Giovanni Battista Mariani
La gola o passo del Furlo è una gola situata tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m), creata dalla forza erosiva del fiume Candigliano, affluente del Metauro. Nei millenni ha raggiunto una notevole profondità, che tuttavia attualmente non è più visibile a causa della diga, costruita nel 1922, che ha ridotto l'impetuoso corso d'acqua a un placido lago. Si trova in provincia di Pesaro-Urbino nel territorio dei comuni di Fermignano[1], Fossombrone, Cagli e Acqualagna[2]. La gola è percorsa dal tracciato originario della via Flaminia.Geologicamente la vallata del Furlo ha grande interesse. Qui affiorano le rocce calcaree di origine marina della successione meso-cenozoica umbro-marchigiana: Calcare Massiccio, Corniola, Rosso Ammonitico, Calcari del Bugarone (Giurassico); Maiolica, Marne a Fucoidi e Scaglie, Bianca e Rossa (Cretaceo). Nella parte alta della Scaglia Bianca è riconoscibile il livello Bonarelli, nero, bituminoso, che segna il limite tra Cenomaniano e Turoniano e rappresenta un orizzonte guida per tutta l'area umbro-marchigiana[3].Molte di queste formazioni hanno fornito fossili a cavatori del luogo e collezionisti. Ad es. nella "Corniola" micritica e spatica sono stati trovati negli anni 2000-2007 vari campioni di ammoniti molto interessanti appartenenti a generi e specie nuovi per la Scienza (Furlites, Pelingoceras, Claviceras, Paramorphites e altri) provenienti da una vallata vicino alla cava grande (Grilli). [4] [5]Con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 6 febbraio 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno 2001, Serie Generale n.134, è stata istituita la Riserva naturale statale Gola del Furlo.Di qui passò l'imperatore romano Onorio nel 404, dopo la vittoria sui Visigoti di Alarico, per recarsi al trionfo di Roma. Vitige nel 538, in piena guerra gotica, fortificò il passo, fece chiudere i due accessi alla galleria e vi pose un presidio di 400 Ostrogoti, che furono poi vinti dai soldati di Belisario facendo precipitare dall'alto grossi macigni. In seguito occupato da Totila, fu potentemente fortificato, ma nel 553 lo conquistò Narsete. Tra il 570 e 578, il passo venne preso dai Longobardi che ne distrussero le fortificazioni.Nei secoli seguenti pare che la via Flaminia fosse stata quasi abbandonata: vi passarono nel 1502 Lucrezia Borgia recandosi a Ferrara e nel 1506, con difficoltà, Giulio II che andava all'impresa di Bologna. Ancora nel principio del ‘700 il transito era difficile e pericoloso, e solo nel 1776 il passo e la strada vennero riattati. Tra il 23 maggio e il 12 giugno 1849 i soldati della Repubblica Romana, comandati dal colonnello L. Pianciani, opposero resistenza all'esercito austriaco.Durante la seconda guerra mondiale, il Furlo visse momenti di tensione, ma non fu teatro di feroci scontri. Gli anni settanta furono invece anni devastanti, soprattutto per il paesaggio, rovinato dall'attività delle cave di pietra.Negli anni trenta la Guardia Forestale locale, con un'opera di scavi e costruzione di muretti, riprodusse sulle pendici del monte Pietralata, a ridosso della gola, il profilo di Benito Mussolini, che attraversava spesso la gola nei suoi spostamenti tra Roma e il nord Italia, alloggiando in uno storico hotel del posto[6]. Il monumento, che fu minato e distrutto dai partigiani durante la guerra, è soltanto parzialmente riconoscibile.
16 Nov 2021
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Ambiente